domenica 10 marzo 2013

La libertà di essere come "potere di scelta"! Conoscenza e azione: uniche armi contro l'indifferenza!

di Milena COCCIA

Mai come in queste settimane abbiamo sentito parlare della parola "libertà", in virtù della quale si auspica un futuro migliore, una condotta politica più onesta, un terreno  più fertile per un vero cambiamento.
In un sistema ormai in "esaurimento" come quello attuale, trovare il senso e l'equilibrio della nostra libertà è tutt'altro che semplice, poiché ci pone davanti il dovere di capire chi siamo e come ci poniamo di fronte ad una realtà mutevole e imprevedibile.
Come persone "libere" dovremmo nutrirci di cinque verbi fondamentali: pensare, scegliere, agire, volere, conoscere.
Tutti abbiamo bisogno di creare e percorrere itinerari concettuali che ci portino ad essere coscienti della nostra interiorità e del rapporto che abbiamo con il mondo esterno, esulando dalla fredda e sterile apparenza.
Dopo il lungo cammino verso la consapevolezza di ciò che siamo e vogliamo diventare, potremo  esercitare il vero e proprio "potere di scelta", separando la parte migliore dalla peggiore, prima in noi stessi e poi nel tessuto sociale e politico che ci circonda, dirigendoci verso immagini che possano rappresentarci e governarci .
Scegliere dunque vuol dire agire, inserendoci nell'evoluzione di etiche morali, sociali, politiche nelle quali possiamo identificarci e percepirci come individui liberi. 
L'azione è il frutto delle nostre riflessioni e della nostra volontà. Il volere è di per se già un'azione, poiché scegliamo di non anteporre un atteggiamento pigro e banale all'opportunità di modificare il nostro futuro.
Abbiamo tutti la possibilità di essere liberi di essere, anche semplicemente attraverso la conoscenza, ampliando i nostri orizzonti culturali, spesso troppo angusti e manipolati.
Forse l'indifferenza è più comoda del coraggio, ma se non inseguiamo il sogno di diventare diversi, non saremo mai nessuno, e allora resteremo una goccia nel mare, sopravvivendo nella gabbia delle nostre incertezze, schiavi di un presente che non ci apparterrà mai.

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