mercoledì 20 febbraio 2013

"Fare Cultura". La strada per la crescita dei nostri territori passa da qui!


di Liberato RUSSO

Come più volte evidenziato, siamo in piena emergenza culturale! Quando la cultura viene messa in un angolo, cancellata o peggio ancora mortificata è segno evidente di decadenza. Arti, tradizioni, costumi, storia spesso sono considerati in secondo piano rispetto ai grandi progetti politici e istituzionali delle nostre realtà territoriali e poco si fa per difenderli e trasmetterli ai più giovani.  Viviamo in un contesto culturale, quello italiano, che da sempre fa invidia al resto del mondo…  Eppure sembra scontato che stia lì, c’è, c’è sempre stato e basta a se stesso!  Tale superficialità di pensiero sminuisce anche le capacità culturali, artistiche e professionali di chi ogni giorno genera nuova linfa vitale per diffondere conoscenze e creatività!! Oggi fare cultura e scommettere su di essa implica innanzitutto educazione, istruzione, ricerca  e conoscenza. Non a caso i risultati prodotti dalla cultura parlano da soli, come testimonia il fatto che, grazie agli investimenti in istruzione e ricerca, si sono possono creare migliaia di nuovi posti di lavoro. I Paesi del Nord Europa ce lo dimostrano quotidianamente!

La politica e le istituzioni dovrebbero orientarsi in questa direzione al fine di incentivare la crescita in questo delicato e importantissimo settore, il quale se privato di nuovi sviluppi culturali non potrà ottenere un conseguente sviluppo economico. La cultura è potenzialmente una “gallina dalle uova d’oro” che produce effetti positivi sull’economia e sull’occupazione. Riscoprire la cultura come volano della nostra economia però non deve certo significare “speculazione”.  La cultura non è nemmeno un costo né un lusso, è una risorsa e lo è ancor più in tempi di crisi come quello che stiamo vivendo. È uno dei pochi settori che possono produrre risultati rilevanti. Non dimentichiamo che parliamo di una “risorsa nostra”, che nessuno ci può togliere, perché l’arte, il patrimonio architettonico, l’ambiente sono l’identità di questo nostro Paese che ha storie e colori diversi, specchio delle varie realtà regionali e provinciali che lo animano.
Se guardiamo più da vicino la nostra Regione, ci accorgiamo che le emergenze culturali sono ancora più evidenti e drammatiche. Questo piccolo territorio sta perdendo la propria identità culturale e ha visto frantumarsi un’offerta senza un chiaro progetto di sviluppo sociale ed economico. E’ urgente ristabilire criteri di rigore e di sinergia con chi opera nel settore della cultura, unica direttrice per rilanciare anche in Molise l’industria culturale. Le potenzialità ci sono ma c’è anche troppa improvvisazione. Manca la volontà istituzionale e politica, perché le professionalità e il talento ci sono. Manca l’intuizione di saperle mettere a sistema, di passar sopra a qualche “mal di pancia” di troppo e di scommettere con decisione sul futuro che ci aspetta.

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