di Liberato RUSSO
Come più volte evidenziato, siamo
in piena emergenza culturale! Quando la cultura viene messa in un angolo,
cancellata o peggio ancora mortificata è segno evidente di decadenza. Arti,
tradizioni, costumi, storia spesso sono considerati in secondo piano rispetto ai
grandi progetti politici e istituzionali delle nostre realtà territoriali e
poco si fa per difenderli e trasmetterli ai più giovani. Viviamo in un contesto culturale, quello
italiano, che da sempre fa invidia al resto del mondo… Eppure sembra scontato che stia lì, c’è, c’è
sempre stato e basta a se stesso! Tale
superficialità di pensiero sminuisce anche le capacità culturali, artistiche e
professionali di chi ogni giorno genera nuova linfa vitale per diffondere
conoscenze e creatività!! Oggi fare cultura e scommettere su di essa implica innanzitutto
educazione, istruzione, ricerca e
conoscenza. Non a caso i risultati prodotti dalla cultura parlano da soli, come
testimonia il fatto che, grazie agli investimenti in istruzione e ricerca, si
sono possono creare migliaia di nuovi posti di lavoro. I Paesi del Nord Europa
ce lo dimostrano quotidianamente!
La politica e le istituzioni
dovrebbero orientarsi in questa direzione al fine di incentivare la crescita in
questo delicato e importantissimo settore, il quale se privato di nuovi sviluppi
culturali non potrà ottenere un conseguente sviluppo economico. La cultura è
potenzialmente una “gallina dalle uova d’oro” che produce effetti positivi sull’economia
e sull’occupazione. Riscoprire la cultura come volano della nostra economia
però non deve certo significare “speculazione”. La cultura non è nemmeno un costo né un lusso,
è una risorsa e lo è ancor più in tempi di crisi come quello che stiamo vivendo.
È uno dei pochi settori che possono produrre risultati rilevanti. Non dimentichiamo
che parliamo di una “risorsa nostra”, che nessuno ci può togliere, perché
l’arte, il patrimonio architettonico, l’ambiente sono l’identità di questo
nostro Paese che ha storie e colori diversi, specchio delle varie realtà
regionali e provinciali che lo animano.
Se guardiamo più da vicino la nostra Regione, ci accorgiamo che le
emergenze culturali sono ancora più evidenti e drammatiche. Questo piccolo
territorio sta perdendo la propria identità culturale e ha visto frantumarsi
un’offerta senza un chiaro progetto di sviluppo sociale ed economico. E’
urgente ristabilire criteri di rigore e di sinergia con chi opera nel settore
della cultura, unica direttrice per rilanciare anche in Molise l’industria
culturale. Le potenzialità ci sono ma c’è anche troppa improvvisazione. Manca
la volontà istituzionale e politica, perché le professionalità e il talento ci
sono. Manca l’intuizione di saperle mettere a sistema, di passar sopra a
qualche “mal di pancia” di troppo e di scommettere con decisione sul futuro che
ci aspetta.
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