di Liberato RUSSO
Un capitale culturale,
artistico, storico e imprenditoriale che farebbe invidia a chiunque!
E’ l’Italia,
culla di quel grande patrimonio di intelligenze e di innovatività che vive in
uno straordinario contesto storico, artistico e culturale che non ha uguali al
mondo!
Ma cosa impedisce a questi
nostri “cervelli” e alle tantissime “maestranze” dell’imprenditorialità
italiana di fare quell’agognato salto di qualità per garantire stabilità e solidità
al processo di sviluppo che interessa la nostra economia?
Il governo centrale e le
governances regionali spesso lasciano a desiderare in quanto a progettualità.
Si scrivono pagine e pagine di un’agenda programmatica spesso inapplicabile o,
peggio ancora, in forte contrasto con le esigenze delle varie realtà territoriali.
E questo si traduce a lungo andare nella mancanza di un progetto compiuto!
Si parla a più riprese di federalismo,
di macroregionalità, di semplificazione, di cultura di impresa ed
internazionalizzazione, mentre l'economia mondiale ed italiana vengono rivoluzionate
dai processi legati alla new economy. Quale progetto si sta dunque elaborando
per tradurre queste sollecitazioni in scelte operative? Quale “ricetta”
permetterà ai nostri poli di attrazione regionali e provinciali di assolvere in
modo adeguato e degno la loro funzione di novità pur conservando secoli di
storia e tradizioni?
La lentezza e la farraginosità
delle politiche territoriali non sono le uniche da additare nel quadro di un Sistema
Italia che non riesce a decollare in questo nuovo secolo di rivoluzioni
economiche e sociali! Anche il ceto imprenditoriale non è esente da colpe: i
grandi poli industriali, in questo contesto di forte crisi che dura ormai da un
triennio, sta scoprendo l'importanza delle
proprie radici territoriali, mentre il sistema delle piccole e piccolissime
imprese forse ha trascurato fin troppo l’importanza di uscire fuori dalla
marginalità provinciale per conquistare nuovi spazi in un contesto europeo che
non ci vede ancora protagonisti.
Sull’altro versante poco si
è fatto per la ricerca, specie in campo medico-scientifico, non avendo saputo
cogliere a pieno tutte quelle opportunità che l'evoluzione economica moderna
offre, sia nell’innovazione dei processi informativi che nel trasferimento di moderna
tecnologia verso la produttività.
Le aziende virtuose (al di
là della crisi in Italia ce ne sono tante, così come ce ne sono ancora nel
nostro Molise) sentono sempre di più l'esigenza di recuperare il passo con i
tempi! Occorrono però progetti chiari e unificanti che mirino al recupero di un
nuovo assetto territoriale che garantisca meno vincoli amministrativi e
burocratici e maggiore circolazione di beni, servizi e capitale umano!
Se davvero vogliamo un
modello di impresa snello e culturalmente avanzato, non possiamo sottovalutare
poi il confronto quotidiano tra mondo imprenditoriale e mondo politico istituzionale
che spesso, purtroppo, viene snobbato!
Le esigenze di incontro e di
confronto, che sono la “formazione continua” per restare al passo con la new
economy, devono tradursi in un vero e proprio “patto per lo sviluppo”, che
risponda alle giuste aspettative dei giovani imprenditori (i più penalizzati) e
di coloro che sono in cerca di occupazione (ormai in costante aumento).
Affrontare con serietà e
serenità il problema del futuro di questo Paese e delle sue peculiarità
territoriali diviene ora un imperativo!! Abbiamo bisogno di ricostruire un “sistema
di fiducia” tra le parti con una nuova progettualità sana e lungimirante.
La cultura d'impresa, spesso
annullata dalla burocrazia selvaggia, deve finalmente entrare come ossigeno in tutti
i settori del mondo economico e produttivo, nei processi di sviluppo e nella progettualità
aziendale. Dobbiamo scegliere se stare in Italia con regole vecchie e
paralizzanti o vivere in un'Europa senza barriere e con regole uguali per tutti!
Solo così sarà possibile tramandare in modo aggiornato e attuale quello
straordinario patrimonio di idee ed ingegno che rappresentano da sempre il dna
di questo Paese.
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